venerdì 27 luglio 2012


Oltre i limiti del corpo
Quando la Sri Isopanisad definisce il Signore Supremo: "Colui che è il più grande di tutti, il non incarnato e onni­sciente", mette in rilievo la differenza che esiste fra noi e Dio. Io sono incarnato, perciò il mio corpo è distinto da me. Quando lascio questo corpo, esso diventa polvere. Come dice la Bibbia: "Polvere sei e in polvere ritornerai”. Ma io non sono polvere; sono un'anima spirituale. Perciò quel "tu" si riferisce al corpo.
 Krsna comunque non è incarnato. Questo significa che non c'è differenza fra il Suo corpo e la Sua anima. In altre parole, Egli è puro spirito. Perciò Egli non cambia corpo. E poiché Egli non cambia corpo, è onnisciente - Egli ricorda tutto. Noi invece cambiamo corpo e dimentichiamo ciò che è successo nella vita passata. Abbiamo dimenticato chi era­vamo, proprio come quando dormiamo dimentichiamo il nostro corpo e tutto ciò che ci circonda. Il corpo si stanca e riposa, diventa inattivo. In contrasto, nel mondo dei sogni, io lavoro, vado qua e là, volo, creo un altro corpo, un altro ambiente. Questo noi lo sperimentiamo ogni notte. Non è difficile da capire.
Analogamente in ogni vita, ci creiamo una situazione diversa. In questa vita posso pensare di essere un indiano, ma nella prossima vita, comunque, potrei non essere india­no, potrei essere americano. Ma anche se divento un americano potrei non essere un uomo, potrei essere una mucca o un toro. E quindi sarei mandato in un mattatoio. Queste sono le difficoltà.
Il problema è che cambiamo continuamente corpo, vita dopo vita. È un problema serio. Non abbiamo una posizione stabile; non sappiamo in quale delle 8.400.000 specie ci troveremo a vivere: Ma c'è una soluzione: se in un modo o nell'altro una persona sviluppa la pura coscienza di Krsna, ritornerà da Krsna al momento della morte, e allora non dovrà accettare un altro corpo materiale. Otterrà invece un corpo spirituale simile a quello di Krsna, pieno di eternità, conoscenza e felicità.
Perciò dovremmo cominciare a praticare la coscienza di Krsna molto seriamente, senza alcuna deviazione. Non do­vremmo pensare che la coscienza di Krsna sia una specie di moda. No, è la funzione più importante di ogni essere umano. La vita umana è destinata soltanto allo sviluppo della coscienza di Krsna. In verità non c'è altro da fare.
Sfortunatamente, però, la gente di questa civiltà moder­na ha creato tanti altri impegni, tanto da dimenticare la co­scienza di Krsna. Questo è ciò che si chiama maya, o illusione. Per questo tutti stanno dimenticando il loro vero impe­gno; e i capi ciechi e mascalzoni stanno guidando tutti verso l'inferno. Essi sono soltanto false guide. Alla gente non pia­ce accettare alcuna autorità, eppure hanno accettato questi mascalzoni come guide e sono stati fuorviati. In questo modo sia i capi farabutti sia i loro sfortunati seguaci rimangono legati dalle rigide leggi della natura materiale.
Perciò, se in un modo o nell'altro si viene a contatto con Krsna, si dovrebbe praticare seriamente il metodo della co­scienza di Krsna e stringere forte a sé i piedi di loto del Signo­re. Se ci aggrappiamo saldamente ai piedi di loto di Krsna, maya non potrà nuocerci.

Educazione materiale e spirituale

La Sri Isopanisad afferma: "Coloro che si dedicano ad attività materiali, sprofondano nelle più oscure tenebre del­l'ignoranza”. Ci sono due specie di educazione, materiale e spirituale. L'educazione materiale è chiamata jada-vidyà. Jada significa "ciò che non può muoversi", cioè la materia. Lo spirito può muoversi. Il nostro corpo è una combinazione di materia e spirito. Finché c'è lo spirito all'interno, il corpo si muove. La giacca e il pantalone di un uomo, per esempio, si muovono soltanto finché c'è un uomo che li indossa. Sem­brerebbe che la giacca e i pantaloni si muovano da soli, ma in effetti, è il corpo che li fa muovere. Similmente, questo corpo si muove perché l'anima lo fa muovere. Un altro esem­pio è quello di una macchina: solo uno sciocco penserebbe che la macchina si muove da sola. La macchina si muove perché all'interno c'è il guidatore. Sebbene la macchina pos­siéda un motore con qualità meccaniche meravigliose, la macchina non può muoversi da sola.
Poiché, in generale, è impartita solo un'educazione ma­teriale, jada-vidya, la gente pensa che questo mondo mate­riale funzioni, si muova, e manifesti automaticamente tante cose meravigliose. Sulla spiaggia, vediamo muoversi le onde del mare, ma le onde non si muovono automaticamente; è l'aria che le fa muovere. E qualcos'altro ancora fa muovere l'aria. In questo modo, se si risale fino alla causa prima, tro­veremo Krsna, la causa di tutte le cause. Questa è vera edu­cazione, cercare la causa di tutte le cause.
La Sri Ìsopanisad afferma dunque che le persone, affasci­nate dai movimenti esterni dell'energia materiale, stanno adorando l'ignoranza. Nella civiltà moderna esistono grandi istituzioni finalizzate alla comprensione della tecnologia, per capire come si muove un aeroplano o una macchina. Studia­no continuamente come produrre tutte queste macchine, ma non esiste alcuna istituzione che educhi la gente a capire come si muove l'anima spirituale. Non si studia ciò che è veramente la causa del movimento. Studiamo invece i mo­vimenti esterni della materia.
Quando feci una conferenza al Massachusetts Institute of Technology, chiesi agli studenti: "Dov'è la tecnologia che studia l'anima, ciò che muove il corpo?" Ma tale tecnologia non esisteva. Non poterono rispondermi in modo soddisfacente perché la loro educazione era semplicemente jada­vidya. La Sri isopanisad dice che coloro che si impegnano nell'avanzamento di tale educazione di carattere materiale, andranno nelle regioni più oscure di esistenza. La civiltà presente, quindi, è in una situazione molto pericolosa, per­ché in nessuna parte del mondo c'è un'organizzazione fina­lizzata ad una genuina educazione spirituale. Perciò la società umana è spinta verso le più oscure regioni di esistenza.
In una canzone Srila Bhaktivinoda Thàkura ha dichia­rato che l'educazione materialistica è soltanto un'espan­sione di maya. Quanto più avanziamo in questa forma di educazione, tanto più la nostra abilità di capire Dio sarà ostacolata. E alla fine affermeremo: "Dio è morto”. Ma questa non è che oscurità e ignoranza.
I materialisti quindi sono certamente spinti verso l'oscu­rità. Ma esistono anche altre categorie di persone - i cosid­detti filosofi, speculatori mentali, religiosi e yogi, che sprofonderanno in una oscurità ancora più densa, perché essi sfidano Krsna. Essi fingono di coltivare la conoscenza spiri­tuale, ma poiché non hanno alcuna conoscenza di Krsna, ossia di Dio, i loro insegnamenti sono ancora più pericolosi di quelli dei materialisti dichiarati. Perché? Perché essi fuorviano le persone; convincendole che stanno ricevendo la vera conoscenza spirituale. Il cosiddetto sistema di yoga che essi insegnano porta la gente fuori strada: "Sarà sufficiente me­ditare, e capirete di essere Dio”. Ma Krsna non ha mai me­ditato per diventare Dio. Egli era Dio fin dalla "nascita". Quando Egli aveva solo tre mesi, la strega Putana Lo attac­cò; e Krsna, insieme al latte del suo seno, succhiò anche la sua aria vitale. Perciò Krsna era Dio fin dall'inizio. Questo è Dio.
Questi sciocchi, cosiddetti yogi, insegnano: "Basta rima­nere fermi e in silenzio, e diventerete Dio”. Ma come posso stare sempre in silenzio? C'è forse la possibilità di stare sem­pre silenziosi? No, non esiste tale possibilità. "Se non hai più desideri, diventerai Dio”. Ma come posso essere privo di desideri? Sono soltanto millanterie. Non è possibile essere privi di desideri. Non si può stare sempre in silenzio. I nostri desideri e le nostre attività invece possono essere purificate. Questa è vera conoscenza. Il nostro unico desiderio dovreb­be essere quello di servire Krsna. In questo modo si purifica il desiderio. Invece di cercare di rimanere immobili e in silenzio, dovremmo dedicare le nostre attività al servizio di Krsna. Come esseri viventi abbiamo attività, desideri, e la tendenza ad amare, ma tutte queste qualità sono male indi­rizzate. Se noi le utilizziamo al servizio di Krsna, questa è là perfezione dell'educazione.
Non stiamo dicendo che non bisognerebbe progredire nell'educazione materiale. Perché no, ma nello stesso tempo dovremmo diventare coscienti di Krsna. Questo è il nostro messaggio. Non stiamo dicendo che non si dovrebbero co­struire delle macchine. No, noi diciamo: "Bene, abbiamo prodotto tutte queste belle macchine. Adesso usiamole per servire Krsna”. Questa è la nostra proposta.
Quindi ci vuole un'educazione, ma se si tratta soltanto di materialismo, se l'educazione è priva di coscienza di Krsna, allora è molto, molto pericolosa. Questo è l'insegnamen­to della Sri Ìsopanisad.
La conoscenza, il contrario dell'ignoranza La Sri Ìsopanisad afferma: "I saggi hanno spiegato che i frutti del sapere spirituale sono di natura differente dai frutti della conoscenza materiale”. Com'è spiegato sopra, coltiva­re la vera conoscenza significa avanzare nella conoscenza spirituale. L'avanzamento nella conoscenza di ciò che ri­guarda gli agi o la protezione del corpo significa coltivare l'ignoranza, perché comunque si cerchi di proteggere questo corpo, esso seguirà il suo corso naturale. Quale sarebbe questo corso? Nascita e morte ripetute, e mentre il corpo è manife­sto, la malattia e la vecchiaia. Sono tutti molto occupati a coltivare la conoscenza di questo corpo, sebbene essi ne vedano il costante declino. La morte del corpo è fissata fin dalla nascita, questo è un dato di fatto. Quindi non si può interrompere il corso naturale di questo corpo, cioè la nasci­ta, la malattia, la vecchiaia e la morte.
Lo Srimad-Bhàgavatam (10.84.13) afferma che questo corpo non è che un sacco che contiene tre elementi di base - muco, bile e aria - e chi accetta questa combinazione di muco, bile e aria come se stesso, è un asino. Perfino grandi filosofi e scienziati pensano di essere questa combinazione di muco, bile e aria. Questo è il loro errore. In effetti, i filosofi e gli scienziati sono anime spirituali, ed esibiscono i loro talenti sulla base del loro karma. Ma essi non capiscono la legge del karma.
Perché esistono tante differenti personalità? Se gli esseri umani non sono che una combinazione di aria, muco e bile, perché non sono tutti uguali? Un uomo nasce milionario, un altro sebbene lavori molto duramente, non può nemmeno procurarsi due pasti al giorno. Perché questa differenza? È a causa della legge del karma, azione e reazione. Colui che comprende questo mistero è situato nella conoscenza.
L'esistenza umana è fatta per capire il mistero della vita.  E colui che fallisce nell'utilizzare la forma umana per questo scopo è un krpana, un avaro. Questo è affermato nella Garga Upanisad. Se abbiamo un milione di dollari, ma "non lo utiliz­ziamo, pensando: "Oh, terrò semplicemente il mio milione di dollari nella mia banca", allora siamo dei krpana. Vuol dire che non sappiamo come usare il nostro denaro. D'altra parte chi usa il suo milione di dollari per guadagnare un altro milione di dollari è intelligente. Similmente, questo corpo umano ha un valore inestimabile. Chi lo utilizza per coltivare la conoscenza spirituale è un brahmana, un saggio, e chi lo usa per coltivare la conoscenza materiale è un krpana, un avaro. È questa la differenza fra bràhmana e krpana.
Chi usa il proprio corpo come fanno i cani e i gatti - per la gratificazione dei sensi - è un avaro. Egli non sa come usare il suo "milione di dollari". Perciò è dovere del padre, della madre, dello Stato e degli insegnanti provvedere a un'educazione spirituale per ciascuno dei propri dipendenti, fin dall'inizio della vita. Infatti, lo Srimad-Bhàgavatàm di­chiara che non si dovrebbe diventare padre, madre, inse­gnante o governatore di uno Stato, a meno di essere in grado di elevare i propri subordinati al livello della conoscenza spirituale, che, sola, può salvarli dal ciclo di nascite e morti. Il metodo per conoscere Dio
Nella successione vedica di maestri, ogni maestro spiri­tuale poggia le sue affermazioni su ciò che ha sentito da fonti autorevoli, e mai sull'esperienza personale. Cercare di capi­re le cose con la propria esperienza personale, è il metodo materiale di acquisizione della conoscenza, che è chiamato tecnicamente pratyaksa. Il metodo vedico è diverso. Esso è chiamato sruti, che significa "ascoltare da fonti autorevoli”. Questo è il segreto della comprensione vedica.
Con i nostri sensi imperfetti, non dovremmo cercare di capire cose che sono al di là della nostra portata sperimen­tale. Ciò non è possibile. Supponiamo che si voglia sapere chi è nostro padre. Possiamo scoprirlo con la sperimentazio­ne? E’ possibile? No. Allora come facciamo a scoprire chi è nostro padre? Ascoltando dalla giusta autorità, la propria madre. Questo è buon senso. E se non si può sapere ehi è il nostro padre materiale con un procedimento sperimentale, come potremmo conoscere il nostro Padre Supremo con lo stesso metodo? Krsna è il padre originale. Egli è il padre del padre del padre, e così via fino ad arrivare a noi. Perciò, se non è possibile capire chi era nostro padre, nella precedente generazione con un procedimento sperimentale, come pos­siamo conoscere Dio o Krsna, in questo modo?
La gente cerca Dio con il procedimento sperimentale, ma dopo molte ricerche fallisce. E allora la conclusione è: "Oh, non c'è Dio. Io sono Dio”. Ma la Sri Isopanisad spiega che non si dovrebbe cercare di conoscere Dio con il procedimento sperimentale, bensì attraverso l'ascolto. Da chi do­vremmo ascoltare? Da un negoziante? Da qualche fanati­co? No. Dovremmo ascoltare da coloro che sono dhira. Dhira significa "colui i cui sensi non sono agitati dalle influenze materiali".
Ci sono differenti categorie d'impulsi: gli impulsi della mente, della parola, della collera, e gli impulsi della lingua, dello stomaco e dei genitali. Quando ci arrabbiamo dimen­tichiamo tutto, e possiamo fare qualunque follia e dire un sacco di sciocchezze. Per quello che riguarda l'agitazione della lingua c'è tanta pubblicità: "Qui c'è del liquore, qua c'è il pollo o una bistecca”. Moriremmo forse senza liquori, pollo o manzo? No. Agli esseri umani Krsna ha dato tante cose buone per nutrirsi - cereali, frutta, latte e così via.
La mucca produce latte in abbondanza, non per sé, ma per gli esseri umani. Questo è il cibo adatto agli esseri umani. Dio ordina: "Cara mucca, nonostante tu produca il latte, non puoi berlo: Esso è per gli esseri umani, che sono più elevati degli animali”. Naturalmente, durante la loro infanzia anche gli animali vivono del latte della madre, quindi i vitelli bevono una parte del latte della mucca. Ma la mucca produce una quantità di latte in eccesso, e quella parte in più è destinata a noi.
Dovremmo accettare ciò che Dio ha stabilito come cibo adatto a noi. Ma poiché la lingua è sempre agitata pensiamo: "Perché dovrei accontentarmi di mangiare cereali, frutta, verdura e i prodotti del latte? Meglio mantenere un mattatoio e uccidere queste mucche. Dopo avere bevuto il loro latte proprio quello di mia madre, posso ucciderle per soddisfare la mia lingua”. Non dovremmo pensare a queste atrocità, ma dovremmo ascoltare dai dhira, ossia gli svami che hanno controllato i loro sensi. Uno svami, o gosvàmi, è colui che può controllare i sei impulsi: l'impulso della parola, della mente, della collera, della lingua, dello stomaco e dei geni­tali.
C'è una bella poesia di Kalidasa, intitolata Kumàra­sambhava, in cui è descritta la qualità di dhira di cui Siva è dotato. Quando Sati, la moglie di Siva, sentì che Siva era stato insultato durante l'esecuzione di un sacrificio tenuto da suo padre, si uccise. Non appena Siva seppe che sua moglie si era suicidata, sconvolto lasciò questo pianeta per andare a meditare altrove. Nel frattempo ci fu una guerra fra i de­moni e gli esseri celesti. Gli esseri celesti avevano bisogno di un buon generale, e conclusero che se Siva avesse generato un figlio, questo figlio sarebbe stato capace di guidarli in battaglia contro i demoni. Siva era completamente nudo mentre meditava. Allora Parvati, la reincarnazione di Sati, gli fu mandata con l'intento di agitare i suoi genitali e indurlo ad impegnarsi in attività sessuali. Ma Siva non si agitò. Egli rimase silenzioso. A questo punto Kalidasa commenta: "Ecco un vero dhira. Completamente nudo, una giovane ragazza sta toccando i suoi genitali, tuttavia egli non si agita”.
Dhira significa rimanere indisturbati anche se c'è qual­che buona ragione per essere agitati. Se c'è del cibo molto buono la mia lingua non dovrebbe agitarsi per volerlo gusta­re. Se c'è una bella ragazza o un bel ragazzo, non dovrei agitarmi sessualmente. In questo modo chi è dhira è capace di controllare i sei impulsi menzionati sopra. Non che Siva fosse impotente, egli era dhìra. Anche Krsna danzò con tan­te giovani ragazze, libero da qualsiasi agitazione sessuale.
Quindi bisogna ascoltare da chi è dhira. Se noi ascoltia­mo da chi è adhira, da chi non controlla i sensi, allora qualun­que conoscenza si acquisisca è inutile. Nella Sri Ìsopanisad uno studente ha avvicinato il suo maestro spirituale per porgli delle domande, e il maestro spirituale gli sta dicendo: "Que­sto è ciò che ho ascoltato da fonti autorevoli”. Il maestro spirituale non sta inventando qualcosa dalla sua esperienza personale. Egli presenta esattamente ciò che ha ascoltato.
Non c'è bisogno quindi di fare grandi ricerche. C'è già tutto. Dobbiamo soltanto rivolgerci a una persona dhira, che non è agitata dai sei impulsi. Questo è il procedimento vedico per ottenere la conoscenza. E se noi cerchiamo di adotta­re qualche altro procedimento, rimarremo coperti dall'igno­ranza.
La Sri Isopanisad afferma: "Soltanto colui che può com­prendere simultaneamente il modo in cui agiscono l'igno­ranza e la conoscenza trascendentale può sfuggire al ciclo di nascite e morti. Lui solo può godere dei benefici procurati dall'immortalità. Le persone non capiscono che cosa sia l'im­mortalità”. Pensano che sia un'idea mitologica. Sono orgo­gliosi del loro avanzamento nella conoscenza, ma ci sono molte cose che non conoscono, né potranno mai conoscere con il loro moderno metodo. sperimentale.
Se noi vogliamo quindi la vera conoscenza dovremmo acquisirla dalla letteratura conosciuta col nome di Veda (La parola veda significa "conoscenza"). Le 108 Upanisad sono una parte dei Veda, di queste 108, undici sono molto impor­tanti. E fra queste undici la più importante è la Sri Isopanisad. Nella parola upanisad, upa significa "vicino". Infatti, la co­noscenza della Sri Ìsopanisad ci porta più vicino a Krsna.
In una società erudita i Veda sono accettati come sruti, e questa è l'evidenza principale. I Veda non contengono la conoscenza tratta dalla ricerca di anime condizionate e im­pure. Tali persone hanno i sensi imperfetti e non possono quindi vedere le cose per quello che sano. Essi possono solo teorizzare: "Può darsi che sia così, o forse no, è così”. Ma questa non è conoscenza. La conoscenza è ben definita, sen­za alcun dubbio o errore. Le anime condizionate commettono errori, sono soggette all'illusione e hanno la tendenza a ingannare. In che modo ingannano? Se una persona che non capisce la Bhagavad-gita scrive un commento su di essa, non fa che ingannare il pubblico innocente. Qualcuno ha qual­che titolo di studio, e avvantaggiandosi della popolarità della Bhagavad-gita scrive un commentario su di essa. Tali cosid­detti eruditi dichiarano che chiunque può dare la sua opinio­ne. Ma nella Bhagavad-gita Krsna afferma che soltanto il Suo devoto può capire la Bhagavad-gita. Perciò questi cosid­detti eruditi stanno imbrogliando.
Là conclusione è che se vogliamo una conoscenza spiri­tuale genuina dobbiamo avvicinare un maestro spirituale autentico che ha realizzato la Verità Assoluta. Altrimenti rimarremo nell'oscurità. Non si può pensare: "Oh, io posso accettare un maestro spirituale o farne a meno. Ci sono co­munque tanti libri da cui posso imparare”. No, l'ingiunzione vedica è tad-vijnanartham sa gurum evàbhigacchet. La paro­la gacchet significa "si deve andare", non che si può scegliere di andare oppure no. Per capire la conoscenza trascenden­tale si deve andare da un maestro spirituale. Questa è l'in­giunzione vedica.
Si devono conoscere due cose: che cosa è maya (illusio­ne) e che cosa è Krsna. Allora la nostra conoscenza è perfet­ta. Naturalmente Krsna è così buono che se noi in un modo o nell'altro ci arrendiamo a Lui, tutta la nostra ricerca di conoscenza sarà finita: non solo sapremo che cosa è Krsna, ma anche, automaticamente, che cosa è maya. Krsna ci darà l'intelligenza dall'interno.
Così per la misericordia del maestro spirituale e di Krsna, si può cominciare il servizio devozionale. Come si spiega tutto questo? La loro misericordia viaggia su linee parallele. Se ancora non abbiamo trovato un maestro spirituale, ma siamo sinceri, Krsna ci guiderà da un maestro spirituale autentico. E se otteniamo la guida di un maestro spirituale autentico, egli ci porterà da Krsna. Krsna è sempre presente nel nostro cuore come caitya-guru, il maestro spirituale al­l'interno. Ed è proprio quel caitya-guru che Si manifesta esternamente nella forma del maestro spirituale. Perciò il maestro spirituale è il rappresentante diretto di Krsna.
La Sri Isopanisad afferma che dovremmo imparare il si­gnificato di vidya e avidya. L'avidya è ignoranza camuffata da conoscenza materiale. Srila Bhaktivinoda Thàkura scri­ve, in una delle sue canzoni, che "l'avanzamento della cono­scenza materiale non è che l'avanzamento della giurisdizio­ne di maya". Quanto più si rimane coinvolti nella conoscen­za materiale, tanto meno si potrà capire la coscienza di Krsna. Coloro che sono avanzati nella conoscenza materiale pensa­no: "A che serve questo Movimento per la Coscienza di Krsna?" Essi non sono attratti dalla conoscenza spirituale, sono troppo attratti dall'avidya.
Alcuni giovani indiani rifiutano la cultura spirituale del­l'India e vengono in Occidente a imparare 1a tecnologia. E quando vedono che io ho introdotto in Occidente le cose che loro hanno rifiutato in India, rimangono sorpresi. Una ra­gione per cui sono venuto in Occidente è che l'India moder­na ha rifiutato la conoscenza spirituale. Oggi gli indiani pen­sano che se possono imitare la tecnologia occidentale saran­no felici. Questa è maya. Essi non riescono a vedere che le persone tecnologicamente 300 volte più avanzate degli in­diani non sono felici. L'India non riuscirà a eguagliare la tecnologia americana o europea almeno per 300 anni, perché i Paesi occidentali hanno sviluppato la tecnologia da molto tempo. Fino dal tempo della creazione, invece, la cultura indiana è stata una cultura spirituale.
Vidya, o in altre parole la genuina cultura spirituale, non dipende dalla tecnologia. Srila Vyasadeva è il guru originale della conoscenza vedica. E come viveva? In un semplice "cottage" a Badarikasrama. Ma guardate la sua conoscenza!  Egli scrisse molti Purana, incluso lo Srimad-Bhàgavatam. Egli scrisse anche il Vedanta-sutra e il Mahabharata. Se volessimo studiare ogni singolo verso scritto da Vyasadeva, ci vorrebbe tutta una vita. Solo lo Srimad-Bhagavatam è com­posto di non meno di 18.000 versi. E ogni verso è così pieno di significato che ci vorrebbe una vita intera per compren­derlo pienamente. Questa è la cultura vedica.
Non esiste una conoscenza che si possa paragonare a quella contenuta nella letteratura vedica -e non solo cono­scenza spirituale ma anche conoscenza materiale. I Veda parlano anche di astronomia, di matematica e di molti altri argomenti. Non è vero che in tempi antichi non ci fossero aeroplani; essi sono menzionati nei Purana. Questi aeropla­ni erano così forti e veloci che potevano facilmente raggiun­gere altri pianeti. Non è vero che nell'era vedica la conoscen­za materiale non fosse progredita. C'era, ma la gente non la considerava così importante. Tutti erano interessati alla co­noscenza spirituale.
Perciò bisognerebbe sapere che cos'è la conoscenza, e che cos'è l'ignoranza. Se noi avanziamo nell'ignoranza, os­sia nella conoscenza materiale, dovremo sottoporci ripetu­tamente al ciclo di nascita e morte: Inoltre non c'è alcuna garanzia riguardo alla specie di vita che otterremo nella nostra prossima vita. Questo non è nelle nostre mani. Adesso forse, qualcuno è felice come americano, ma dopo aver lasciato questo corpo non potrà scegliere: "Per favore vorrei un cor­po americano”. Sì, può darsi che si ottenga un altro corpo americano, ma potrebbe essere quello di una mucca ameri­cana. E il destino di quella mucca sarà il mattatoio.
E così, coltivare la conoscenza materiale - nazionali­smo, socialismo, questo "ismo", quell'altro "ismo" - non è che un pericoloso spreco di tempo. Meglio coltivare la vera conoscenza, la conoscenza vedica che ci porta ad arrendercia Krsna.
 Come Krsna dice nella Bhagavad-gita (7.19): bahú­nàm janmanàm ante jnànavàn mam prapàdyate. Dopo mol­te, molte nascite, chi possiede la vera conoscenza viene da Krsna e si arrende a Lui, realizzando: "Sri Krsna, tu sei tutto ciò che esiste”. Questo è l'apice di tutta la conoscenza.
Oltre la bianca luce del Brahman

La Sri Isopanisàd afferma: "Colui che conosce perfetta­mente Dio, la Persona Suprema, e il Suo nome assoluto, così come la creazione materiale effimera e i suoi abitanti - deva, uomini e bestie - trascende la morte, e con essa la  manifestazione cosmica temporanea; così nel regno di Dio egli godrà di una vita eterna di felicità e conoscenza assolute. O mio Signore, sostegno della vita, il Tuo fulgore mi abba­glia e nasconde il Tuo vero volto. Togli, Ti prego, questo velo di luce e rivelaTi al Tuo puro devoto”.
Qui la Sri Isopanisad menziona il regno di Dio. Ogni pianeta, sia materiale sia spirituale, ha una divinità che lo controlla. Nel sole, per esempio, la divinità predominante è Vivasvan. Questa informazione ci viene dalla Bhagavad-gita. Ci sono milioni e trilioni di universi nel cielo materiale, e in ogni universo ci sono milioni e trilioni di pianeti, e in ogni pianeta c'è una divinità che lo domina.
A1 di là del cielo materiale c'è il brahmajyoti, ossia il cielo spirituale, dove ci sono innumerevoli pianeti Vaikuntha. Ogni pianeta Vaikuntha è dominato dal Signore Supremo nella Sua forma di Narayana, e ogni Narayana ha un nome diverso – Pradyumna, Aniruddha, Sankarsana e così via. Non si possono vedere questi pianeti perché sono coperti dallo sfol­gorio spirituale del brahmajyoti, proprio come non si può vedere il globo solare a causa della luce accecante che emana da esso. Lo sfolgorio del cielo spirituale viene dal pianeta di Krsna, Goloka Vrndàvana, che è perfino a1 di là di Vaikuntha, là dove solo Krsna è predominante.
Il pianeta della Verità Assoluta, Krsna, è coperto dallo sfolgorio del, Brahman. Bisogna penetrare quello sfolgorio per poter vedere il Signore. Perciò nella Sri Isopanisad il devoto prega: "Togli, Ti prego questo velo di luce in modo che Ti possa vedere”. I filosofi Mayavadi non sanno che c'è qualcosa al di là del brahmajyoti. Ma qui, nella Sri Isopanisad, c'è l'evidenza vedica che il brahmajyoti è solo la luce abba­gliante e dorata che copre il vero volto del Signore Supremo.
L'idea è che i pianeti Vaikuntha e il pianeta di Krsna sono al di là dello sfolgorio del Brahman e soltanto i devoti possono entrare in quei pianeti spirituali. I jnàni, gli specu­latori mentali, praticano austerità molto severe per entrare nello sfolgorio del Brahman: Ma i demoni che sono uccisi da Krsna sono immediatamente trasferiti in quello stesso Brahman. Quindi pensiamoci un attimo: questo luogo che è dato ai nemici di Krsna, è poi così desiderabile? Se un mio nemico viene a casa mia, posso anche offrirgli un posto dove stare, ma se viene un mio intimo amico, certamente gli offri­rò il posto migliore. Perciò questo sfolgorio del Brahman non è per niente desiderabile.
Srila Prabodhananda Savasvati ha composto un bel ver­so nel quale è detto che per il devoto, per colui che ha otte­nuto la misericordia del Signore, lo sfolgorio del Brahman è come l'inferno. Che dire allora del paradiso? I karmi, i lavoratori interessati, sono molto ansiosi di andare sui pianeti superiori, dove risiedono gli esseri celesti. Ma per i devoti questi pianeti paradisiaci non sono che un fuoco fatuo, ed essi non si sentono attratti ad andarvi. E poi ci sono gli yogi mistici, che cercano con grandi sforzi di controllare i sensi per ottenere poteri speciali. I sensi sono come serpenti vele­nosi perché non appena indulgiamo nella gratificazione dei sensi, non appena i sensi ci "mordono", ci si degrada. Ma il devoto dice: "Io non ho paura del serpente velenoso- dei sensi”. Perché? "Perché gli ho strappato i denti”. In altre parole, impegnando i sensi al servizio di Krsna, il devoto non è più tentato di indulgere nella gratificazione, e i suoi sensi quindi non possono trascinarlo in una condizione di vita infernale.
Come si vede, i devoti sono al di sopra dei karmi, dei jnani e degli yogi. La posizione del devoto è la più elevata, perché solo con la devozione è possibile capire Dio. Krsna non af­ferma che è possibile capirLo con l'attività interessata. Egli non dice che è possibile capirLo con la speculazione, e nem­meno con la pratica dello yoga mistico. Egli dice chiaramente (B.g. 18.55), bhaktya mam abhijànàti yàvàn yas càsmi tattvatah: "Solo col servizio di devozione posso essere com­preso, così come sono”.
Ad eccezione del servizio devozionale, non c'è la possi­bilità di capire la Verità Assoluta. Qualsiasi altro procedimento è imperfetto perché è basato sulla speculazione. Gli scienziati, per esempio, possono speculare sulla natura del globo solare, ma poiché essi non possono andarci, non pos­sono veramente sapere che cosa sia il sole. Possono solo speculare, tutto qui. Una volta tre uomini ciechi incontraro­no un elefante. Essi incominciarono a toccare l'elefante qua e là e a speculare su cosa potesse essere. Uno, toccando le sue gambe, disse: "Oh, l'elefante è proprio come una colonna”. L'altro toccando la sua proboscide concluse: "Oh, l'elefante somiglia molto a un grosso serpente”. Il terzo uomo toccan­do la pancia dell'elefante disse: "L'elefante è proprio come una grande barca”. Ma in effetti nessuno dei tre uomini cie­chi sapeva quale fosse veramente la forma di un elefante.
Se non si ha la capacità di vedere qualcosa, si può solo speculare su di essa. Perciò la Sri Isopanisad dice: "Togli Ti prego il velo di luce che copre il Tuo viso, in modo che io possa vederTi”. Krsna dà al Suo devoto questa capacità di vedere, quando riconosce l'amore che il devoto ha per Lui. Come afferma la Brahma-samhita, premànjana-cchurita­bhakti vilocanena: i devoti ungono i loro occhi col balsamo dell'amore per Dio, possono quindi vedere la meravigliosa forma del Signore nel loro cuore. In India c'è un unguento speciale per gli occhi che permette di vedere subito più chia­ramente. Similmente, se noi ungiamo i nostri occhi col bal­samo dell'amore per Dio, potremo vedere Dio sempre. Questo è il modo per comprendere Dio, con il servizio, e incrementando il nostro amore per Lui. Tale amore può essere sviluppato solo mediante il servizio devozionale; al­trimenti non c'è alcuna possibilità di ottenerlo. Perciò quan­to più incrementiamo il nostro desiderio di servire Dio, tan­to più crescerà il nostro latente amore per Lui. E non appena ci troveremo allo stadio perfetto dell'amore per Dio, vedre­mo Dio sempre, ad ogni istante.

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