Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
INDICE
CAPITOLO 1
Dio e la legge del karma
CAPITOLO 2
Cattivo karma
CAPITOLO 3
La formula della pace
CAPITOLO 1
(Quanto
segue si basa sulle conferenze che Srila Prabhupada tenne sulla Sri Isopanisad
nel 1968).
La Isopanisad afferma che Dio, la
Persona Suprema, è "perfetto e completo". Parte del piano completo
del Signore per questo mondo materiale è il procedimento della creazione, del
mantenimento e della distruzione di questo stesso mondo. Ogni essere vivente in
questo mondo materiale è forzato a passare attraverso sei stadi fondamentali:
la nascita, la crescita, il mantenimento, la riproduzione, il declino e la
distruzione. Questa è la legge della natura materiale. Un fiore nasce nella
forma di germoglio. Esso cresce, rimane fresco per due o tre giorni, produce un
seme, appassisce gradualmente e poi muore. Non si può fermare questo ritmo con
la cosiddetta scienza materiale. Cercare di farlo è avidya, ignoranza.
A volte la gente pensa scioccamente che
con il progresso scientifico l'uomo diventerà immortale. Ma ciò non ha significato.
Non si possono fermare le leggi della natura. Perciò nella Bhagavad-gita (7.14)
Sri Krsna afferma che l'energia materiale è duratyaya, impossibile da superare
con mezzi materiali.
La natura materiale è costituita di tre
influenze, o guna: sattva guna, rajo guna e tamo guna, rispettivamente
l'influenza della virtù, della passione e dell'ignoranza. Un altro significato
di guna è corda. Una corda si fa intrecciando una determinata fibra tre volte.
Per prima cosa si trasforma la fibra in tre piccoli fili, questi vengono poi
intrecciati insieme, e poi, di nuovo tre di questi ultimi fili sono intrecciati
fra loro. In questo modo la corda diventa molto forte. Similmente, le tre
influenze della natura materiale, virtù, passione e ignoranza si mischiano fra
loro, generando a loro volta un sottoprodotto. Si mischiano quindi ancora una
volta e un'altra volta ancora. In questo modo si intrecciano innumerevoli
volte.
In questo modo l'energia materiale ci
lega sempre più. Con i nostri sforzi personali non possiamo liberarci da questo
legame, noto col termine pavarga. Pa-varga è il quinto gruppo di lettere nell'alfabeto
sanscrito Devanagari. Esso - contiene le lettere pa, pha, ba, bha e ma. Pa sta
per parisrama, "duro lavoro". Ogni essere vivente in questo mondo sta
lottando molto duramente per mantenersi e sopravvivere. Questo è ciò che si
chiama la dura lotta per l'esistenza. Pha sta per phena, "schiuma".
Quando un cavallo lavora molto duramente, emette schiuma dalla bocca.
Similmente, quando siamo stanchi di lavorare duramente, sentiremo che la
nostra lingua si prosciuga e nella bocca si forma la schiuma. Tutti lavorano
molto duramente per la gratificazione dei sensi, tanto duramente che a volte
una schiuma bianca esce dalla bocca. Ba significa bandha, "legame".
Nonostante tutti i nostri sforzi, rimaniamo legati dalle corde delle influenze
della natura materiale. Bha rappresenta bhaya, "la paura". Nella vita materiale ci troviamo sempre in un
pauroso fuoco ardente, perché nessuno sa cosa può accadere nel futuro. E infine
ma sta per mrtyu, "la morte". Tutte le nostre speranze e tutti i
piani di felicità e sicurezza in questo mondo materiale sono portati via dalla
morte.
Ma la coscienza di Krsna annulla
questo procedimento chiamato pavarga. In altre parole, accettando la coscienza
di Krsna si ottiene l'apavarga, dove non c'è dura lotta per l'esistenza né
legami materiali né paura né morte. Pavarga è il sintomo di questo mondo
materiale, ma quando vi si aggiunge il prefisso "a", la parola
pavarga è annullata. Il nostro Movimento per la Coscienza di Krsna, infatti, è
il sentiero dell'apavarga.
Sfortunatamente la gente non conosce
queste cose, e per conseguenza spreca la propria vita. Questa civiltà moderna è
una civiltà che uccide l'anima; la gente sta in sostanza uccidendosi perché
non sa qual è la vera vita. Tutti si limitano a vivere come animali. L'animale non
sa che cosa sia la vita; e si limita ad agire sotto le leggi della natura
materiale, conformandosi a un'evoluzione graduale, ma quando si ottiene questa
forma di vita umana, si ha la responsabilità di vivere in un modo diverso.
Allora si ha la possibilità di diventare coscienti di Krsna e di risolvere
tutti i problemi: Se non lo facciamo, e continuiamo ad agire come animali,
dovremo rientrare nel ciclo di nascite e morti e trasmigrare attraverso le
8.400.000 specie di vita. Ci vorranno poi molti, molti milioni di anni per
ritornare alla forma di vita umana. Il sole che vediamo adesso, per esempio, lo
rivedremo fra ventiquattro ore. Tutto nella natura si muove a cicli. Così se
perdiamo questa opportunità di elevarci, dovremo entrare nel ciclo della trasmigrazione.
La legge della natura è molto forte. Perciò stiamo aprendo moltissimi centri in
modo che la gente possa avvantaggiarsi di questa Associazione Internazionale
per la Coscienza di Krsna per potersi elevare.
È importante accettare immediatamente la
coscienza di Krsna, perché non sappiamo quanto tempo ci rimane prima della
morte. Quando il tempo assegnatoci in questo corpo sarà terminato, nessuno
potrà evitarci di morire. La legge della natura materiale è così potente. Non
si può dire: "Fammi rimanere ancora un po’". In effetti, a volte c'è
gente che fa una simile richiesta. Ricordo quando ero ad Allahabad, vidi un mio
vecchio amico molto ricco che era in punto di morte. In quel momento stava
supplicando il suo medico: "Non puoi darmi almeno altri quattro anni di
vita? Ci sono dei progetti che non ho ancora potuto portare a termine”. Ma
questa è follia. Tutti pensano: "Devo fare questo, devo fare quello”. No,
né i dottori né gli scienziati possono fermare la morte: "No, signore.
Non quattro anni, ma nemmeno quattro minuti. Devi andartene subito”. Questa è
la legge. Quindi prima che venga quel momento, dovremmo cercare di realizzarci
nella coscienza di Krsna. Si dovrebbe realizzare la coscienza di Krsna al più
presto. Prima che arrivi la nostra prossima morte dovremmo farla finita coi
nostri affari. Questa è intelligenza. Altrimenti subiremo la sconfitta.
La Isopanisad afferma che qualsiasi
cosa emani dal tutto completo, cioè dal Signore Supremo, è anche completa in se
stessa. Perciò se vogliamo trarre vantaggio dalla nostra vita e diventare
coscienti di Krsna, ne abbiamo la piena opportunità. Bisogna però arrivare al
punto di praticare effettivamente. La coscienza di Krsna non è teorica, è
pratica. Tutti gli esperimenti sono già stati fatti. Quindi com'è indicato
nella Sri Isopanisad, sono grandi le facilitazioni per le piccole unità
complete in se stesse - cioè noi - di realizzare il Supremo Completo, Krsna.
Noi siamo unità complete ma siamo piccoli. Facciamo un esempio: in una grande
macchina c'è una piccola vite, e la perfezione di quella vite consiste nel
trovarsi al suo giusto posto. Allora essa ha un valore. Ma se si svita dalla
macchina e cade sul pavimento, la vite non ha più alcun valore. Similmente, noi
siamo perfetti finché rimaniamo attaccati a Krsna, altrimenti siamo, inutili.
Realizzare il tutto completo significa
realizzare la nostra relazione con esso. Tutte le forme di incompletezza sono
sperimentate solo a causa di una conoscenza incompleta del tutto completo. Noi
stiamo pensando: "Io sono uguale a Dio, lo sono Dio”. Questa è conoscenza
incompleta. Ma se diciamo: "Io sono una particella di Dio, e perciò sono
uguale a Dio in qualità", questa è conoscenza completa. La forma di vita
umana offre la possibilità di ravvivare la completa manifestazione della
coscienza dell'essere vivente. Si può ravvivare questa coscienza completa con
il metodo della coscienza di Krsna. Ma se non approfittiamo di questa grande
opportunità, allora stiamo praticamente togliendoci la vita, commettendo un
suicidio. Come è detto nella Sri Isopanisad: "Chiunque uccida l'anima
andrà sui pianeti degli infedeli dove regnano l'ignoranza e le tenebre”. Perciò
cerchiamo di non diventare gli uccisori della nostra anima. Utilizziamo
piuttosto la grande opportunità che ci offre la forma umana per diventare
coscienti di Krsna. Questo è il nostro unico interesse.
Come spezzare i legami del karma
Nella vita condizionata commettiamo
attività colpevoli ad ogni passo, perfino senza saperlo. La ragione per cui
pecchiamo inconsciamente è che fin dalla nascita siamo avvolti nell'ignoranza.
Sebbene esistano tante istituzioni a carattere educativo, questa ignoranza è
preminente. Perché? Perché, nonostante le grandi università, in nessuna di esse
si insegna l'atma tattva, la scienza dell'anima. Perciò la gente rimane
nell'ignoranza e continuando a peccare, deve subirne le reazioni. Questo è
affermato nello Srimad-Bhagavatam (5.5.3): paràbhavas tàvad abodha jàto yàvan
na jijnasata àtma-tattvam. Questa stoltezza continuerà fino a che non si
raggiunge il livello in cui si comprende la realizzazione spirituale.
Altrimenti tutte queste università e istituzioni destinate a coltivare la
conoscenza, non sono che un proseguimento di quella stessa stoltezza e
ignoranza. Finché non si arriva al punto di chiedersi: "Chi sono io? Chi è
Dio? Che cosa è questo mondo? Qual è la mia relazione con Dio, e con questo
mondo?" E se non si trovano poi le giuste risposte, continueremo ad
essere sciocchi come animali e saremo forzati a trasmigrare da un corpo
all'altro in differenti specie di vita. Questo è il risultato dell'ignoranza.
La civiltà moderna quindi è molto
rischiosa. Ci si può sentire completamente a proprio agio come un politico o un
uomo d'affari, o pensare di godere di una situazione confortevole essendo nato
in un Paese ricco come l'America, ma dobbiamo pensare che queste condizioni di
vita sono temporanee. Esse dovranno cambiare, e noi non sappiamo che genere di sofferenze dovremo subire nella prossima
vita a causa delle nostre attività colpevoli. Quindi, se non cominciamo subito
a coltivare la conoscenza trascendentale, corriamo certamente un grande
rischio. Supponiamo che una persona in buona salute viva in un luogo molto
infetto. Non sta forse mettendo in pericolo la sua vita? Egli potrebbe rimanere
contagiato da una malattia ad ogni istante. Perciò noi dovremmo impegnarci a
dissipare la nostra ignoranza coltivando la conoscenza trascendentale.
Un buon esempio
del nostro inconsapevole coinvolgimento nel peccato si può avere quando
cuciniamo. Nella Bhagavad-gita (3.13) Krsna dice che i Suoi devoti sono liberi dal peccato perché mangiano
solo i resti del cibo che è stato offerto a Lui. Ma coloro che cucinano solo
per sé, Egli dice, si cibano solo di peccato. La differenza fra il cucinare
qui, in questo tempio e il cucinare in una qualsiasi altra casa, è che questo
nostro cucinare e mangiare ci libera dal peccato, mentre il cucinare e il
mangiare di un non-devoto non fa che coinvolgerlo sempre di più nel peccato.
L'atto di cucinare sembra essere lo stesso, ma c'è differenza fra questo cucinare
e l'altro. Qui non esiste peccato perché il cibo è cucinato per Krsna.
Qualunque cosa si
faccia, se non rientra nell'ambito delle attività coscienti di Krsna, ci lega
alle influenze della natura materiale.. Generalmente siamo implicati in
attività colpe voli. Coloro che sono un po' più cauti evitano queste attività
colpevoli e si impegnano in attività pie. Ma anche chi compie attività pie
rimane impigliato. Se un uomo è pio, può rinascere in una famiglia molto ricca
e aristocratica, o avere un aspetto fisico attraente, e ottenere l'opportunità
di una vasta erudizione. Questi sono i risultati delle attività pie. Ma pii o
empi, si deve rinascere nel grembo di una madre: E questa è una grande sofferenza,
anche se noi l'abbiamo dimenticato. Che si nasca in una famiglia ricca e
aristocratica o dal corpo di un animale, i tormenti della nostra nascita;
malattia, vecchiaia e morte continuano.
Il Movimento per
la Coscienza di Krsna ha lo scopo di darci l'opportunità di risolvere questi
quattro problemi - nascita, malattia, vecchiaia e morte. Ma se continuiamo a
nutrirci di peccato e ad agire in modo colpevole, allora queste sofferenze
proseguiranno. Possiamo invece neutralizzare le reazioni del peccato arrendendoci
a Krsna, come Egli stesso afferma nella Bhagavad-gita
(18.66): "Abbandona tutte le tue
cosiddette pratiche religiose e arrenditi a Me. Io ti proteggerò da tutte le
reazioni del peccato”. Una parte del nostro abbandono a Krsna consiste nel
cercare di non mangiare cibo che non sia stato prima offerto a Lui. Dovremmo
sviluppare questa determinazione. Anche se abbiamo commesso qualche
peccato, mangiando prasadam, cioè
il cibo offerto a Krsna, lo neutralizzeremo. Se ci arrendiamo a Krsna in questo
modo, Egli ci proteggerà dalle reazioni alle attività colpevoli. Questa è la
Sua promessa.
E
dove va un devoto arreso, al momento della morte? Scompare forse, come dicono i
nichilisti? No, Krsna dice, mam eti: "Egli viene a Me”. E qual è il beneficio di andare da Lui?
Mam upetya punar janma duhkhàlayam asàsvatam nàpnuvanti: "Colui che viene a Me non deve tornare più in questo miserabile mondo materiale”.
Questa è la perfezione più alta.
La Sri
Isopanisad afferma: "Chiunque
uccida l'anima andrà sui pianeti degli infedeli dove regnano le tenebre e
l'ignoranza”. Krsna è un leone per i demoni e un agnello per i devoti. Gli atei
dicono: "Non abbiamo mai visto Krsna”. Ma sì, tu vedrai Krsna- Lo vedrai
come il leone della morte, quando alla fine verrà a catturarti. L'ateo vede
Krsna nella forma della morte, ma il credente o il devoto vede Krsna come un
amante, gentile come un agnello.
In effetti, tutti
sono impegnati al servizio di Krsna, per amore o per forza. Colui che è
invischiato nella vita materiale, è impegnato al servizio di Krsna perché è
forzato a servire l'energia esterna di Krsna, l'energia materiale. È proprio
come per i cittadini di uno Stato: sia un cittadino obbediente sia un
criminale, rimane sempre subordinato allo Stato. Il criminale potrà affermare
che non gliene importa niente dello Stato, ma in tal caso la polizia lo forzerà
ad accettare la legge dello Stato, mettendolo in prigione.
Perciò, che si
accetti o si rifiuti la filosofia di Caitanya Mahaprabhu secondo la quale
l'essere vivente è eternamente il servitore di Krsna, si rimane, in ogni modo,
i Suoi servitori. L'unica differenza è che l'ateo è forzato ad accettare Krsna come suo padrone,
mentre il devoto Gli offre volontariamente il suo servizio. Questo Movimento
per la Conscienza di Krsna vuole insegnare alla gente che siamo eterni servitori di Dio e dovremmo servirLo volontariamente: "Non
proclamarti falsamente Dio. Non sei interessato a Dio? No, ti deve interessare”.
Anche al grande demone
Hiranyakasi- pu non importava niente di Dio, e allora Dio venne e Io uccise.
Perciò Dio appare agli atei nella forma della morte è ai teisti come un amante.
Questa è la differenza.
Se capisce questa
filosofia della vita spirituale, un devoto, può vivere per un momento o per
cento anni - non importa. Altrimenti qual è l'utilità della vita? Alcuni alberi
vivono per 500 0 5.000 anni, ma qual è l'utilità della loro vita, priva di una
coscienza elevata?
Se sappiamo di essere
servitori di Krsna, e riconosciamo che tutto appartiene a Krsna, possiamo
vivere per centinaia di anni eseguendo i nostri doveri e non ci saranno
reazioni karmiche. Questo è confermato
nella Bhagavad-gita (3.9),
yajnarthat karmano 'nyatra loko 'yam karma-bandhanah: "Qualsiasi attività,
buona o cattiva, se non è per Krsna, ci lega a questo mondo materiale:" Se
si compiono attività virtuose, queste determineranno il cosiddetto godimento
nella prossima vita - ma saremo in tutti i casi legati al ciclo di nascite e
morti. E se si compiono attività empie, si dovrà soffrire per le reazioni del peccato
e rimanere legati alla nascita e alla morte. Se invece le nostre attività sono
dedicate a Krsna, non ci saranno tali reazioni,
buone o cattive, e al momento della morte ritorneremo da Lui. Questo è l'unico
modo per spezzare le catene del karma.
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